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i lecci di Roma

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I lecci (Quercus ilex) sono querce tipiche del clima mediterraneo, sempreverdi, molto resistenti alla siccità, un tempo formavano lungo il litorale laziale fittissimi boschi. Furono i romani a cominciare il disboscamento per utilizzarne l’ottimo legno, duro e pesante. Virgilio scrive che veniva usato anche per le tubature dell’acqua.

Sono alberi a crescita lenta ma molto longevi, Plinio scrive che alla sua epoca sul Colle Vaticano c’era un leccio la cui nascita era antecedente alla fondazione di Roma come testimoniava un’iscrizione etrusca.

Durante i primi anni di Roma capitale ne furono piantati molti lungo i viali e nelle ville pubbliche. La chioma sempreverde di un bel verde scuro è molto fitta e fa una piacevole ombra nelle torride estati romane.

Lecci furono piantati nella zona della stazione Termini, a San Giovanni, a piazza Mazzini, nel quartiere Prati, nei giardini intorno a Castel Sant’Angelo.

I lecci più belli e più anziani sono quelli di Villa Borghese, nel Giardino del Lago.

Il leccio della foto ha fra i 150 e i 200 anni ed aveva un alto rischio di deperimento a causa dei funghi che avevano attaccato le radici favoriti dall’eccesso di acqua nel terreno per la vicinanza del laghetto. Ha però ricevuto negli anni passati una serie di interventi che lo hanno in parte risanato consentendogli di rivestirsi di nuova vegerazione.

I lecci sono tornati ad essere alberi scelti dal servizio giardini per abbellire i viali del centro e della periferia, anche per colmare i vuoti lasciati da recenti abbattimenti resi necessari per salveguardare l’incolumità dei passanti. Infatti i pini tagliati pochi mesi fa  perché diventati pericolosi sono stati sostituiti da lecci le cui radici vanno bene in profondità e sono in grado di resistere a venti forti.

 


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