L’Italia dei nomi delle città, dei paesi, monti, colli, valli è una fattoria degli animali, bela, muggisce, raglia, abbaia, grugnisce, miagola, tuba. E poi ulula, vola, striscia. Animali dappertutto, dalle Alpi alla Sicilia, dagli Appennini alle isole. Lo stesso nome della nostra nazione, secondo una delle interpretazioni deriverebbe dall’osco Viteliu con la caduta della V iniziale, quindi “Terra dei vitelli”.
Abbiamo abbondanza di capre, da Capracotta a Capranica e Caprarola, da Caprese Michelangelo, la città natale del Buonarroti, all’isola di Caprera e alle Egadi (dal greco Aegusa, capra), da Caprezzo a Capràuna.
Non mancano le pecore con Pecorara, Pecco dal latino pecus, Colle dell’Agnello.
Altrettanto abbondanti sono i bovini, da Boiano a Boara e poi Vaccarizzo, Boville ed anche Bagherìa, dall’arabo bâqar, buoi.
E poi gli asini dell’isola dell’Asinara e i cavalli con Cavalese, Cavallirio, Cavallasca, Monte Cavallo ed anche Manduria, dal termine messapico mando, cavallo.
Continuano le fattorie con Gallinara, Cantagallo, Porcari, Porcìa, Palombara, Tortoreto, ma non mancano animali selvatici come a Corbara e Corvara, Montecorvino ed anche Montecorice, conosciuto nel medioevo come Mons Coracis, monte del corvo.
Brindisi probabilmente prende nome dal messapico brendon, cervo, con allusione alla forma del porto. E poi Anguillara, Cervara, Serracapriola, Montelepre, Montelupo, Cantalupo e Lupara, ma anche Cantarana, Orsara, Torre Orsaia, Serpentara. C’è anche una Melissa dal nome dell’ape in greco.
L’Aquila forse allude al fiero rapace, ma un’altra ipotesi la fa derivare da acqua. Il Monte Vulture prende nome dall’avvoltoio e così anche il fiume Volturno e Volturara Irpina. Capua probabilmente deriva dall’etrusco capys, falco. Poi ci sono Falcone, Monfalcone, Falconara, Serradifalco.
Non mancano i leoni dei numerosi Monteleone e di Leonessa, anche se sicuramente non si tratta di luoghi frequentati dai grossi felini, ma di nomi di persona.
Anche l’Irpinia e il Piceno prendono il nome da animali, in questo caso sono rispettivamente hirpus, nome italico del lupo e picus, il picchio, animali totemici dei popoli irpini e piceni.
Non tutti i toponimi che alludono apparentemente ad animali significano quello che sembrano così Gallipoli non è la città dei galli, ma la città bella, dal greco Callipolis e Canicattì forse deriva dall’arabo al-qatta, tagliapietre.
Certo non ho esaurito lo zoo rappresentato dai toponimi, ne mancano molti soprattutto nomi di monti, passi, cime, ma questa è comunque una nutrita rappresentanza che testimonia l’importanza degli animali sia domestici che selvatici per la vita dei nostri antenati.