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i tacchi dell’Ogliastra e della Barbagia

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La Sardegna montuosa è caratterizzata dalle difficoltà di accesso, da vallate incassate, ripide e scoscese, che hanno determinato l’isolamento delle popolazioni e dure condizioni di vita, condizionando fortemente la storia della società sarda.

I “tacchi” dell’Ogliastra e della Barbagia sono un luogo di una bellezza selvaggia. Sono monti calcarei, in cui l’erosione delle acque e degli agenti atmosferici ha prodotto le forma attuali, simili proprio a tacchi. Sono attraversati da numerosi sentieri e tratturi, che un tempo erano un’ importante rete di comunicazione, oggi sono stati ripristinati dai Comuni e dall’Ente Foreste della Sardegna per consentire l’escursionismo. La zona è ricca di acqua, di sorgenti e di fonti, piacevole da esplorare soprattutto in primavera quando notevoli sono le fioriture.

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Il territorio era abitato fin dal III millennio a.C., come testimoniano i tanti resti archeologici che vi si possono incontrare: tombe dei giganti, domus de janas, e, nei luoghi dominanti, villaggi  nuragici.

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Alcuni luoghi sono stati dichiarati monumento nazionale, fra questi forse il più famoso, è Perda ‘e Liana, nel territorio del comune di Gairo. Si erge isolata per quasi 1300 metri come un torrione ed è visibile da molto lontano. Era probabilmente un luogo di culto in epoca preistorica. Si può arrivare alla sua base con una piacevole passeggiata in mezzo alla macchia, su un comodo sentiero segnalato; avendo tempo si può fare il giro intorno, sperando di avvistare i mufloni o i grandi rapaci che vi vivono, fra cui l’aquila reale.

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Anticamente la zona era ricoperta da un’immensa foresta che ricopriva le basi dei tacchi, ormai scomparsa, tagliata per ricavarne legna e carbone o distrutta dagli incendi.

Un altro monumento naturale è la Scala di S.Giorgio ,nel territorio del comune di Ulassai, una profonda gola scavata dalle acque nella roccia calcarea, il cui nome deriva dalla leggenda che fu l’intervento divino, invocato dal santo, ad aprire la spaccatura per consentire un più facile percorso attraverso la montagna.

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Nello stesso comune si apre il grande imbocco della grotta di su Marmuri, molto ampia e ricca di concrezioni, nella quale una cooperativa locale organizza visite guidate. All’interno vanno a svernare numerose specie di pipistrelli, fra cui una colonia di ben 27 mila miniotteri, provenienti da tutta la Sardegna. Per tutelarli in quel periodo la grotta è chiusa al turismo.

Spostandosi più a nord nel territorio di Orgosolo, nel Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu, una notevole escursione si può fare al monte Novo S. Giovanni, torrione di più di 1300 metri, che fu luogo di culto nell’antichità. Arrivando nei suoi pressi, questo appare inaccessibile con le sue pareti verticali; avvicinandosi però ci si accorge che sul retro è stato scavato un comodo sentiero e gradini che conducono sulla sommità da cui si gode uno straordinario panorama sul nuorese ed i monti del Gennargentu. Qui dove un tempo esisteva una fonte e sorgeva un tempio, notte e giorno gli uomini della sorveglianza antincendio vegliano per evitare questi eventi distruttivi.



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