
Ginestra odorosa (Spartium junceum)
I terreni vulcanici sono fertilissimi quando consolidati, ma a pochi anni da un’eruzione sono deserti in cui solo piante estremamente specializzate riescono a sopravvivere e a colonizzarli.
L’Etna è il più grande vulcano attivo d’Europa, supera infatti i 3300 metri di altezza. La vegetazione che vi cresce è adattata per sopravvivere all’aridità e alla forte insolazione estiva, alle temperature rigide dell’inverno in cui per molti mesi il suolo è coperto di neve, alle frequenti eruzioni vulcaniche.
Il deserto nerastro del magma solidificato porta il segno delle recenti eruzioni che hanno travolto parte del bosco. Molti alberi hanno però resistito all’inferno formando quelle che con un termine arabo sono chiamate dagale, sottili lembi di vegetazione rimasta indenne.

Nel Parco dell’Etna la flora è unica, con molti endemismi, cioè con specie che vivono solo in quest’area.
La betulla dell’Etna (Betula aetnensis) è una pianta endemica della Sicilia adattata a sopravvivere in condizioni di caldo e freddo estremi.
Questo alberello è spuntato sui lapilli eruttati pochi anni fa, come questi piccoli pini, veri pionieri su un nero letto di scorie e lapilli.
Il gigante consentirà loro di diventare alberi imponenti?
Più in alto, fino ai 3000 metri, la vegetazione è composta da poche specie di bassi arbusti che assumono la caratteristica forma “a pulvino” (cuscino) per resistere ai forti venti, all’insolazione, all’aridità, all’inospitalità del substrato incoerente costituito da ceneri, lapilli e lave recenti. Sono vere piante pioniere che ricoprono e trattengono le sabbie inerti e preparano il terreno per l’insediamento di altre specie.
