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la selvaggia Val Grande

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Il Parco Nazionale della Val Grande è uno dei più selvaggi d’Italia, nonostante sia a meno di 100 chilometri da Milano e si affacci sul popolatissimo lago Maggiore.

Val Grande

I motivi sono da ricercare nella natura del territorio impervio fatto di montagne aspre e rocciose e dagli eventi storici che ne hanno determinato lo spopolamento.

Nel giugno del 1944 un’azione di rastrellamento da parte di nazisti e fascisti cercò di annientare le formazioni partigiane della vicina Val d’Ossola. Il rastrellamento effettuato con un imponente dispiegamento di uomini e mezzi e l’appoggio di aerei e blindati, provocò 300 morti fra i partigiani; molte furono le vittime anche fra gli abitanti della valle cui vennero anche bombardate e incendiate le baite e le stalle, unici mezzi di sostentamento. Questo evento rimane impresso nella memoria collettiva degli abitanti della valle come uno dei più tragici della Resistenza, in cui i nazisti e i fascisti si abbandonarono a  atti di estrema ferocia.

Molti sentieri sono dedicati a questi partigiani e pannelli informativi ne ricordano le gesta e il coraggio. Altri pannelli lungo i sentieri raccontano invece la dura fatica quotidiana dei valligiani per sopravvivere in quei territori impervi: la costruzione di muretti a secco  per ricavare terrazze coltivabili a segale e castagno,

Val Grande

 le numerose baite ormai diroccate che si incontrano negli alpeggi.

Val Grande

L’accesso che penetra più in profondità nel cuore del parco è la stretta strada per Cicogna piccolo borgo costruito in pietra, un tempo contava centinaia di abitanti, oggi ne rimangono alcune decine. Alcune coppie giovani gestiscono un bed & breakfast, un piccolo bar ristorante e un agriturismo. Molte case sono state restaurate e soprattutto in estate il borgo si ripopola.

Val Grande

Lungo i sentieri del parco ben attrezzati e segnalati è possibile fare molte escursioni di diversa lunghezza e difficoltà, spesso sulle antiche mulattiere

Val Grande

e lungo i torrenti

Val Grande

I ripidi pendii sono molto boscosi: fino a 800 metri predominano i castagneti, oltre è il regno dei faggi e delle betulle. In primavera e estate numerosissime fioriture riempiono di colori i vecchi pascoli. In estate maturano fragoline e mirtilli.

L’area del massiccio montuoso del Pedum è Riserva naturale integrale, istituita nel 1967, la prima delle Alpi italiane. Il Parco fu invece ufficialmente istituito nel 1992 e successivamente ampliato nel 1998.

Un altro aspetto interessante del Parco è quello archeologico: incisioni rupestri risalenti al Paleolitico testimoniano come questa valle e quelle contigue fossero frequentate dagli esseri umani fin da tempi antichissimi per la transumanza del bestiame.



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