Se una rondine non fa primavera è anche vero che non è primavera senza le rondini! Da sempre questi piccoli uccelli (Hirundo rustica) sono simbolo della bella stagione che arriva e si afferma. “Arguta lacus circumvolitabit hirundo” scriveva Virgilio nelle Georgiche: “La rondine garrula svolazza intorno agli stagni” è un’immagine che tutti abbiamo in mente fin dall’infanzia.
Stanno tornando dall’Africa con un viaggio lungo a volte anche diecimila chilometri; ripartiranno in settembre-ottobre per svernare nei territori caldi dell’Africa centrale e meridionale.
Sono esclusivamente insettivore, si nutrono soprattutto di mosche, zanzare, tafani, che cacciano in volo tenendo il becco aperto, questo è infatti corto, ma capace di spalancarsi moltissimo. Contribuiscono così a limitare il numero di questi insetti nocivi e fastidiosi.
Non si posano volentieri a terra, lo fanno solo per raccogliere il fango necessario a costruire il nido; il loro regno è l’aria dove compiono evoluzioni acrobatiche, con picchiate vertiginose e rapidi cambi di traiettoria sfiorando a notevole velocità gli ostacoli senza mai urtarli.
Un tempo nidificavano su pareti rocciose, ma sono ormai molti secoli che sfruttano gli insediamenti umani. I nidi sono costituiti da fango impastato con saliva e imbottiti con erbe e piume. Hanno la forma di un quarto di sfera; a volte vengono restaurati i nidi dell’anno precedente.
Le rondini erano comunissime soprattutto in campagna, dove fino a pochi decenni fa costruivano il nido nelle stalle, nelle porcilaie e nei fienili; i pascoli e le siepi fornivano loro inoltre abbondanti insetti.
Oggi sono sparite le stalle tradizionali sostituite da quelle moderne in cui non vi sono appigli per costruire i nidi, anche i pascoli non ci sono più perché gli animali non vengono fatti uscire, ma rimangono chiusi nei loro pochi metri quadrati. La semplificazione degli ambienti agrari dovuta alla monocoltura ha ridotto anche fossi e siepi, importanti fonti di caccia per le rondini. L’uso massiccio di antiparassitari ha aggravato la loro situazione alimentare sia perché riduce il numero degli insetti, sia perché gli uccelli vengono avvelenati dalle loro stesse prede. In conseguenza di ciò il loro numero è notevolmente diminuito, si stima che in Europa ci sia stato un calo del 40% in dieci anni.
È per fortuna ancora possibile osservare i loro voli gioiosi nelle campagne rimaste più naturali ed anche nelle città, dove a volte sono confuse con i balestrucci (Delichon urbica) che hanno le stesse abitudini di nidificazione sotto i cornicioni o i porticati. Si riconoscono per il piumaggio blu scuro sul dorso, la macchia rossiccia della fronte e della gola e per la coda più lunga e forcuta. In città nidificano anche in luoghi insoliti, sopra le scatole della corrente elettrica o le lampade, nelle rampe di accesso dei garage o sotto i cavalcavia, dovunque ci sia un luogo riparato, ma aperto che fornisca appigli per il nido.
La LIPU e il Corpo Forestale dello Stato hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione l’ “Operazione Rondò” rivolta soprattutto ai giovani, ma in genere a tutta la popolazione, per il monitoraggio e la salvaguardia delle rondini. L’aumento del loro numero significherebbe che l’ambiente è migliorato ed è più sano anche per noi!
