Questa bellissima pianta è originaria della regione mediterranea, il suo nome deriva dal greco àcanta (spina) per via dell’estremità appuntita delle foglie di una delle specie più comuni. I fiori bianchi sono raccolti in un’alta e slanciata spiga che fiorisce nella tarda primavera. Nel nostro Paese cresce sia spontanea che coltivata, in luoghi fresci ed ombrosi, al margine dei fossi e lungo le coste. Nel centro di Roma è stato piantato in ville storiche e siti archeologici.
Per la sua eleganza e la forma flessuosa e frastagliata delle foglie ha avuto un grande successo in architettura: iniziò ad essere scolpito sui capitelli dell’ordine corinzio nell’antica Grecia, che raffigurarono l’Acantus balcanicus specie della penisola balcanica assente da noi. Lo raffigurarono moltissimo anche i Romani nella scultura di fregi, bassorilievi, capitelli, in cui compaiono le due specie presenti nel nostro territorio: l’A. mollis e l’A. spinosus. In particolare nell’età augustea diventanne il simbolo della fioritura della natura nell’età dell’oro. Lo troviamo su fregi come quello ricchissimo di specie vegetali simboliche dell’Ara Pacis a Roma e su capitelli di templi.

capitello del tempio di Marte Ultore al Foro di Augusto
Nel Medioevo ne fu ripresa la scultura come motivo ornamentale, in capitelli spesso molto complessi insieme ad altre forme vegetali, ad animali o figure umane, con significati sia ornamentali che simbolici: per il Cristianesimo era simbolo di Resurrezione. Fu usato anche per fregi in legno, per ornare le lettere iniziali dei manoscritti miniati e su stoffe preziose.
La foto raffigura uno dei capitelli dell’Abbazia cistercense di Casamari, nel comune di Veroli, in provincia di Frosinone. L’abbazia fu costruita nel secolo XIII in forme gotiche cistercensi, rispettando lo spirito di povertà dell’Ordine monastico che escludeva dalle sue chiese, chiostri e monasteri opere di pittura, scultura, oreficeria. Gli unici motivi ornamentali sono quelli dei capitelli, differenti l’uno dall’altro.

Abbazia di Casamari
Nel Rinascimento divenne un ornamento fondamentale in fregi di tombe, fontane ed altre strutture architettoniche. Ne è un esempio questo frammento di tomba viscontea del XIV secolo, conservato al Museo del Castello Sforzesco di Milano
o la fontana conservata nel cortile dello stesso Castello Sforzesco con girali di acanto ed altri motivi vegetali.
Il suo successo continua nel arte barocca e nel Settecento ed arriva fino ai giorni nostri.
