Quest’anno saranno settant’anni dal primo censimento della Repubblica italiana, se invece contiamo dal primo censimento del Regno d’Italia, di anni ne sono passati 160! Infatti il nuovo Stato italiano appena riunificato ne indisse uno nel 1861, ancora senza Roma e senza il Trentino Alto Adige.
E’ interessante scorrere i risultati di quei passati censimenti. Nel 1951 eravamo 47,5 milioni, nell’ultimo censimento disponibile, quello del 2011, 12 milioni in più, anche se la maggiore crescita della popolazione si è avuta fino agli anni ’70. Poi un lungo periodo di crescita minima con l’eccezione del periodo fra il 2001 e il 2011 in cui le immigrazioni hanno fatto aumentare la popolazione. Ma anche le immigrazioni sono diminuite e negli ultimi anni abbiamo avuto solo circa 200 mila residenti in più. Il 2019 è stato un anno con un numero minimo di nascite, 400.084, circa ventimila in meno che nell’anno precedente, con un numero medio di figli per donna che è sceso a 1,27.
Questi sono gli ultimi dati Istat pubblicati nel dicembre 2020, si riferiscono all’anno 2019 e ci fanno vedere che gli italiani residenti non arrivano a 60 milioni e i giovanissimi dai 14 anni in giù sono solo il 13% della popolazione.

L’ultimo censimento su tutta la popolazione è stato quello del 2011, negli ultimi anni l’Istat ha avviato i censimenti permanenti con rilevazioni annuali e triennali che però non avvengono su tutta la popolazione, ma solo su un campione.