Le centauree (Centaurium sp.) sono piantine alte al massimo 30 cm con graziosi fiorellini dai petali rosa al centro dei quali spiccano gli stami gialli. Crescono facilmente in suoli poveri e ai margini dei boschi.
Plinio il Vecchio scriveva che il centauro Chirone, il maestro di Achille, avrebbe usato la pianta per curarsi una ferita inflittagli dall’Idra, il serpente dalle molte teste. Anche gli erboristi dei secoli passati ne raccomandavano l’efficacia contro le ferite e le malattie febbrili, tanto che un suo nome popolare è cacciafebbre.
Non sono le uniche piante che prendono nome dal centauro, i fiordalisi (Centaurea cyanus) per esempio sono altre piante cui si attribuivano proprietà curative e i centauri erano le mitiche creature mezze uomo e mezze cavallo che possedevano la scienza medica.
Un’altra centaurea, la Centaurea scabiosa era efficace contro le ferite che si curavano con un decotto delle radici di questa pianta nel vino. Si curavano così oltre alle ferite abrasioni, scabbia e irritazioni della pelle, da cui il termine scabiosa.
Anche l’achillea (Achillea millefolium) era una pianta curativa. Questa volta era stato Achille a curarsi le ferite, sempre seguendo le prescrizioni di Chirone. Fu usata fino al secolo XVIII per disinfettare e aiutare la cicatrizzazione delle ferite dei combattenti mescolandola al grasso.

Achillea millefolium
Anche oggi queste piante sono utilizzate in erboristeria e cosmetica per le loro proprietà antinfiammatorie, antispastiche e astringenti. La centaurea entra anche nella composizione dei liquori, grazie al suo sapore amaro e agli effetti stimolanti sulla secrezione gastrica.