Rosenstrasse è una delle più antiche vie di Berlino, piccola e tranquilla anche se nei pressi di Alexanderplatz. Nei pressi sorgeva l’antica sinagoga di Berlino, distrutta nell’ultima guerra, e un centro amministrativo della comunità ebraica. Qui ebbe luogo uno dei più coraggiosi atti di resistenza contro il nazismo e le sue leggi razziali.
Il 27 febbraio 1943 il nazismo arrestò gli ultimi ebrei rimasti a Berlino e ne deportò la maggioranza a Auschwitz. Fra questi erano fra i 1500 e i 2500 ebrei detti “di razza mista”, con un genitore non ebreo o che avevano sposato un non ebreo, essi avevano goduto fino a quel giorno di una certa protezione. Questo gruppo fu detenuto a Rosenstrasse ai numeri civici 2 e 4 in attesa della deportazione al campo di sterminio.
Un centinaio di mogli dei prigionieri si radunarono davanti a tale prigione nel rigidissimo inverno del 1943 per reclamare la loro liberazione e continuarono a manifestare giorno e notte per settimane sotto la pioggia, incuranti del gelo e della polizia nazista che minacciava di sparare loro, fino a che, dopo spossanti trattative con le autorità naziste, i loro mariti furono rilasciati.
Nella piccola piazza vicina c’è il monumento che ricorda il loro coraggioso atto di disobbedienza civile, Ingeborg Hunzinger, l’autrice, era figlia di un’ebrea tedesca.
Il film di Margarethe von Trotta Rosenstrasse, del 2003, narra proprio questo episodio sconosciuto ai più.