Arrivando con la nave presso le coste sarde si avverte come prima sensazione il profumo della vegetazione della sua macchia mediterranea, del lentisco, del mirto, del cisto, del rosmarino, del ginepro.
E’ costituita soprattutto da arbusti, spesso spinosi, che formano un sottobosco intricato e impenetrabile. Non è un caso che il detto “darsi alla macchia” significhi proprio nascondersi, entrare in clandestinità.
E’ presente lungo la fascia costiera e l’entroterra di tutta la regione mediterranea, quindi interessa gran parte della nostra penisola e delle isole. Le piante della macchia hanno poche esigenze e riescono a crescere in luoghi impervi, aridi e rocciosi.
Si trova di frequente dove la foresta originaria è stata tagliata o distrutta con incendi. La sua formazione è spesso molto antica, fin dai tempi preistorici infatti l’uomo ha agito sull’ambiente per avere a disposizione terreni per il pascolo o per le coltivazioni. In tempi più recenti si è completata l’opera tagliando la foresta originaria, per ricavare carbone o legname. Dell’antica foresta rimangono solo alberi isolati: grandi lecci e querce da sughero.
Gli arbusti che popolano la macchia sono specie adattate a resistere al caldo ed alla siccità estivi, mentre non hanno gravi problemi d’inverno grazie alla mitezza del clima, che raramente presenta temperature inferiori allo zero. Sono perciò sempreverdi, con foglie coriacee, che hanno la pagina superiore rivestita da una pellicola lucida ed impermeabile che limita la perdita di acqua.
Ancora è oggi sfruttata dal pascolo o distrutta dagli incendi, perciò si selezionano piante sgradite al bestiame perchè spinose, irritanti come le Euforbie o dall’odore troppo intenso, come l’elicriso.
Altre come il cisto che ricrescono rapidamente dopo un incendio.
Per resistere alla siccità ed al calore estivo è frequente il fenomeno dell’estivazione, cioè la perdita delle foglie in estate, come nel caso dell’Euforbia arborescente.
Un altro elemento limitante è il forte vento che soffia spesso sulla costa, per cui gli alberi assumono la caratteristica forma “a bandiera”
Altre specie caratteristiche della macchia sono la fillirea, l’alaterno, l’erica e la palma nana, l’unica palma che cresce spontanea in Italia.
Gli esseri umani hanno sempre sfruttato le piante della macchia per i loro aromi: il rosmarino ed il mirto sono comunemente usati nella cucina mediterranea, ma anche il lentisco forniva una resina profumata usata in campo medico ed alimentare.
A me la macchia mediterranea piace moltissimo, oltre che per il suo profumo e per le splendide fioriture, mi fa pensare alla caparbietà con cui le specie viventi riescono ad adattarsi a qualunque condizione, anche la più proibitiva.
