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l’affascinante preistoria sarda

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Non si può arrivare in Sardegna ed ignorare le sue testimonianze preistoriche, tanto esse sono numerose: dai famosissimi nuraghi conosciuti fin dai tempi più antichi da tutti i popoli del Mediterraneo, costruiti fra il 1800 e il 500 a.C.

Isili, nuraghe is Pàras

Isili, nuraghe is Pàras

ai templi per il culto delle acque, sempre preziose, alle domus de janas ed alle tombe dei giganti, che in realtà erano sepolcri collettivi,

tomba dei giganti. bosco Selene (Lanusei)

tomba dei giganti. bosco Selene (Lanusei)

alle  antichissime “statue menhir“.

E’ affascinante la presenza di queste testimonianze imponenti costruite con enormi pietre lavorate. Il Megalitismo, (dal greco megalite, grande pietra) è diffuso in molte regioni d’Europa: Spagna, Portogallo, Bretagna, Inghilterrra; menhir in bretone significa “pietra lunga”; in sardo sono sas perdas fittas.

 Nel Neolitico, agli inizi del VI millennio a.C., gli esseri umani che già praticavano l’agricoltura ed erano perciò diventati stanziali, innalzarono migliaia di menhir. L’enorme lavoro necessario per lavorare i monoliti, per trasportarli ed innalzarli, dà l’idea di quale significato assumessero per tutta la comunità  gli enormi monumenti, collegati con il sacro, a volte con l’osservazione del percorso solare.

Il Megalitismo persiste per molti millenni, in Sardegna una testimonianza importante sono le statue menhir, scolpite a rappresentare esseri umani soprattutto di genere maschile, caratterizzati dal pugnale simbolo di forza. Rappresentavano eroi o capi, divinizzati dopo la morte.

Le statue presentano sopracciglia ed occhi in rilievo e spesso sotto il volto viene scolpita una figura umana stilizzata a testa in giù, perchè l’aldilà era concepito capovolto e le anime dei defunti vi arrivavano dalla Terra con un tuffo.

Stele prenuragica, museo di Làconi

Stele prenuragica, museo di Làconi

Le steli femminili sono caratterizzate dai seni in rilievo, ma sono molto meno numerose e più piccole: le steli sarde sono state innalzate nella prima età dei metalli (2700-2400 a.C), in un’epoca di grandi cambiamenti sociali, in cui si affermavano clan guerreschi e nuove divinità maschili, che ponevano in secondo piano la Grande Madre,  che nel neolitico era la principale divinità, dea della terra e della fertilità.

Làconi, museo delle statue menhir

Làconi, museo delle statue menhir

Anche noi siamo forse in un’epoca di passaggio, di grandi cambiamenti. Non dovremmo forse anche noi tornare alla Grande Madre Terra, che nutre il genere umano, abbandonando gli dei della guerra e dell’accaparramento individuale, per tornare ad una gestione cooperativa delle risorse naturali?



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