Sui rami spogli della rosa canina i bellissimi frutti di un rosso brillante rimarranno sulla pianta per gran parte dell’inverno, un invito al loro utilizzo come fonte di vitamina C.
La rosa canina è un arbusto spinoso molto comune in tutta Italia che possiamo incontrare lungo i sentieri, ai margini dei boschi, nei campi abbandonati a formare siepi fitte e impenetrabili insieme al rovo, al biancospino e al pruno selvatico.
In primavera i cespugli si ricoprono di una nuvola di bei fiori bianchi o rosa molto visitati dagli insetti impollinatori.
Dai fiori si formano i frutti che maturano nel tardo autunno fino all’inverno inoltrato tanto che è possibile trovare cespugli in cui le foglie sono tutte cadute e conservano solo i rossi frutti chiamati cinorrodi (parola che deriva dal greco e significa proprio rosa canina). In realtà questi sono dei falsi frutti, i frutti veri si trovano all’interno e vengono scambiati per semi ricoperti di piccoli peli.
Il perché del loro nome va forse ricercato nel fatto che in antichità si pensava che curassero i morsi dei cani rabbiosi.
I cinorrodi sono ricchissimi di vitamina C, molto più di qualsiasi altro frutto, anche degli agrumi, tanto che, quando la seconda guerra mondiale impedì all’Inghilterra di importare agrumi, il Ministero della Salute inglese chiese alla popolazione di raccoglierne in quantità. Da essi si ricavava uno sciroppo che contribuì a combattere la carenza di vitamina C.
I piccoli peli all’interno sono irritanti pertanto è difficile mangiarli appena raccolti dalla pianta. Si può però ottenere una insolita marmellata di cinorrodi, a condizione di armarsi di pazienza e di avere tempo a disposizione. La polpa infatti è piuttosto poca e bisogna raccoglierne una discreta quantità.
Bisognerà prima di tutto raccoglierli stando attenti a non pungersi con le spine fitte e ricurve (meglio munirsi di guanti da giardinaggio e forbici). Vanno poi mondati dagli eventuali piccioli, lavati e messi a bollire in poca acqua per circa 10-15 minuti, in una pentola di acciaio inossidabile, fino a che non siano morbidi.
Si tolgono con un mestolo forato e si passano con il passaverdure a buchi piccoli, aggiungendo poca acqua per passarli meglio. Conviene vuotare ogni tanto il passaverdure per evitare che i fori si otturino.
Nella stessa acqua vanno messe delle mele a cubetti e lasciate cuocere fino a che non siano morbide. Ogni 300 g di cinorrodi ho messo una mela.
Quando le mele sono morbide si aggiunge la polpa passata e si omogenizza con il frullatore a immersione. Si rimette al fuoco con 1 cucchiaio di zucchero ogni 300 g di cinorrodi lasciando bollire ancora per poco, poi si mette bollente nei vasetti che si chiudono e si lasciano raffreddare capovolti.
Con lo stesso procedimento si possono fare salse per accompagnare carni o pesci, il sapore dei cinorrodi è agro.
Se non si avesse voglia di provare a fare la marmellata, si possono utilizzare i cinorrodi per fare un infuso, basta farne bollire una manciata in 250 ml di acqua per 5 minuti e poi filtrare. L’infuso ha un piacevole sapore agretto e profumato.