“Cur moriatur homo cuius salvia crescit in horto?” (Perchè dovrebbe morire l’uomo nel cui orto cresce la salvia?). Questo motto risale alla Scuola Medica Salernitana ed esprime bene quale era la considerazione degli antichi per questa pianta, del resto il suo stesso nome in latino significa sano. Infatti oltre che aromatizzare le pietanze ha proprietà digestive, antisettiche, toniche, antispasmodiche. I romani la consideravano un’erba sacra. Viene utilizzata oltre che in cucina, in erboristeria, in cosmetica e liquoreria.
Ancora si trovano luoghi sulle montagne del centro-sud in cui la salvia cresce spontanea e molti toponimi ricordano la sua presenza. Non è la stessa specie di quella che utilizziamo in cucina (Salvia officinalis), ma ha lo stesso profumo.
Ora la mia salvia è in fiore, i suoi fiori sono belli e attirano molti insetti impollinatori.
La uso per molte preparazioni: ne ho appena messe alcune foglie in infusione insieme ad altre aromatiche per un liquore che sto preparando.
I fiori possono servire per guarnire un piatto, ma in genere io preferisco lasciarli agli insetti che dimostrano di gradirne molto il nettare!
Ecco un antipastino da servire da solo o insieme ad altri stuzzichini; io lo faccio anche come contorno.
Foglie di salvia fritte
Pulire le foglie di salvia, quando sono ancora umide passarle nel pangrattato e friggerle in abbondante olio. In alternativa si possono passare nella pastella. Metterle a scolare dall’olio in eccesso e spolverizzarle di sale.
