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voglia di castagnaccio

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Abbiamo trovato un’ottima farina di castagne in un piccolo e delizioso paese  dell’Alto Valdarno, Poggio di Loro, nella valle del fiume Ciuffenna (nome che rimanda agli antichi abitanti, gli Etruschi!).

Valdarno

I paesi montani dell’alta Valdarno avevano un’economia povera in cui il castagno era una delle coltivazioni più importanti che dava cibo e legna.

Occasione buona per fare il castagnaccio! La ricetta che io seguo è quella dell’Artusi, libro che a volte leggo perché è divertente come un romanzo.

Ecco che dice Pellegrino Artusi, a proposito del castagnaccio che lui chiama migliaccio di farina dolce:

…pel popolo, e per chi non ha paura della ventosità, è un alimento poco costoso, sano e nutriente.

Ecco allora per chi avesse voglia di castagnaccio come farlo:

Intridere 500 g di farina di castagne con 800 ml di acqua fredda aggiunta un poco per volta, mescolando e schiacciando con un mestolo di legno i grumi che si siano formati.

Quando è diventata una pastella abbastanza liquida si aggiungono un pugno di pinoli e di uvetta ammollata nell’acqua calda. Io ho sostituito ai pinoli delle noci a pezzetti.

Ungere con poco olio una teglia grande abbastanza affinché il castagnaccio venga spesso un dito e versarvi la pastella, versarvi sopra a filo altro poco olio e, secondo la ricetta classica romana e toscana, qualche foglia di rosmarino; io ho sostituito al rosmarino semi di finocchio che mi pare ci stiano altrettanto bene.

Cuocerlo in forno a 200°C fino a che non abbia formato una crosticina. Ci vorranno 40-45 minuti. Sformarlo caldo.

castagnaccio 002



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