Quest’anno il nostro giuggiolo (ne ho già parlato qui) ha prodotto una quantità discreta di frutti. Ho provato a fare il brodo di giuggiole con il mio “abbondante” raccolto (400 g di frutti). La ricetta l’ho presa dal libro di Katja Agide “Manuale sui frutti dimenticati” – Gruppo Editoriale L’Espresso.
Ho lavato le giuggiole e le ho fatte asciugare bene, poi le ho messe in un vaso di vetro ben pulito ed ho aggiunto 200 g di zucchero, metà del peso dei fruttini.
Lo zucchero le ricopre tutte, le ho messe in dispensa al buio ed ogni giorno le scuoto per ridistribuire lo zucchero.
Dovranno rimanere così per circa 1 mese, fino a che lo zucchero non si sia completamente sciolto, poi si possono gustare.
Il loro brodo dolcissimo si usava un tempo contro la tosse per il loro effetto lenitivo ed antinfiammatorio ed era comunque una riserva di energia durante l’inverno, quando le dispense non fornivano dolcetti e merendine, ma solo quello che offrivano i campi e che ci si industriava a conservare.
Un alberello di giuggiolo non mancava mai vicino alle case di campagna anche perché la vita non era facile e non c’erano molte occasioni di andare in “brodo di giuggiole”.
