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#sensomieiviaggi, le soddisfazioni dei miei viaggi

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Eccomi all’appuntamento mensile con #sensomieiviaggi, la bella iniziativa di Monica Viaggi e Baci, che continua grazie alle altre blogger viaggiatrici che a turno ogni mese propongono un nuovo argomento. Questa volta è il turno di Chiara che nel suo blog Pret à partir con Chiara  ha proposto questo bel tema positivo. Ho pensato un po’ prima di scrivere, la soddisfazione di arrivare alla vetta di un monte dopo ore di salita era la prima cosa che mi è venuta in mente, queste esperienze, ripetute più e più volte e tutte appaganti, sono ben impresse nella mia memoria come qualche cosa di positivo portato a termine. Però poi mi sono venute in mente soddisfazioni ancora più grandi: quelle che mi hanno dato i miei figli in viaggio.

Hanno cominciato a viaggiare da piccolissimi, a pochi mesi e poi, anno dopo anno, vacanza dopo vacanza, in estate ed in inverno, con la pioggia o con il sole questa nostra esperienza insieme è continuata. Loro si sono sempre adattati a tutto: alle lunghe ore di spostamento in cui inventavano da soli mille giochi, alla cucina spartana e non sempre puntuale, alla faticosa ricerca di un posto dove dormire: tenda, bungalow, roulotte, alberghetto, andava tutto bene. Non c’erano lagne, lamentele, capricci, ma solo allegria, curiosità, entusiasmo della scoperta dei luoghi più diversi. Hanno imparato che per raggiungere una meta è necessario un po’ di fatica e di pazienza e non appena le loro gambette lo hanno permesso hanno gustato il piacere di arrivare in vetta con le proprie forze.

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Abbiamo girato l’Europa e non sempre tutto è andato liscio, ma gli imprevisti sono stati affrontati da loro con la fiducia assoluta in noi due adulti che avremmo risolto tutto, anche se ciò a volte mi dava una grande ansia. E poi quante risate ci siamo sempre fatti ed ancora ci facciamo ricordando le nostre traversìe!

Il cattivo tempo non era un problema con gli impermebili ed in caso di fango un paio di stivali risolvevano ogni situazione e si poteva andare dappertutto, anche dentro le pozzanghere, cantando e facendo i matti.

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La mia soddisfazione era anche nel vederli sempre adeguati a qualsiasi luogo: nei campeggi, come negli alberghi o nei ristoranti in cui si adattavano a qualsiasi cucina, curiosi come noi di assaggiare cibi diversi.

Nei campeggi dove arrivavamo sempre all’imbrunire, davamo spettacolo ai nordici con la nostra organizzazione ed efficenza, un modo di riscattare la pessima fama che abbiamo come italiani! Ognuno aveva il suo compito e mentre il padre ed i due bambini montavano le tende, gonfiavano i materassini e disponevano i sacchi a pelo, io mettevo sul camping gas l’acqua per il nostro immancabile piatto di spaghetti! I nordici che avevano già cenato da tempo con i loro würstel o i loro cereali ci guardavano come se stessero a teatro!

Anche la visita nei musei è sempre avvenuta senza problemi, i miei bambini se li sono goduti come noi e si sono saputi comportare senza bisogno di interventi da parte nostra, semplicemente erano interessati, non si annoiavano e sapevano che non si poteva alzare la voce e correre nei corridoi. Ricordo una visita al museo della ceramica di Faenza, mia figlia di sei anni si guardò scrupolosamente e metodicamente tutti gli splendidi piatti e vasi esposti, seguita passo passo dalla custode, preoccupata per i preziosi e fragili oggetti in mostra; alla fine della visita però la stessa custode mi si avvicinò spontaneamente a complimentarsi per il comportamento della bambina. In realtà i complimenti andavano tutti alla bimba, che non aveva mai subito costrizioni, ma aveva fatto suo spontaneamente il comportamento che aveva osservato negli adulti.

Voglio ringraziare tutti e due i miei figli per le tante e tante belle giornate passate insieme e per tutte le risate che ci siamo fatti noi quattro.

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