È fiorito il nostro piccolo pesco, con una profusione di fiori rosa.
Appartiene ad una varietà che non si trova in commercio: le pesche sanguinelle, che hanno la polpa rosso scuro. Come tante altre varietà sono “frutti dimenticati”, che hanno nutrito per centinaia di anni i nostri antenati, rustiche, saporite e resistenti alle malattie, poi sono state sostituite da alcune decine di varietà adatte ad essere conservate a lungo e con aspetto tale da attirare il consumatore. Nonostante l’omologazione delle varietà in vendita, i “frutti dimenticati” sopravvivono negli orti e nei frutteti di tutta Italia.
Il nostro albero proviene da un seme che ci regalò anni fa un amico, è una varietà resistente alle malattie, in particolare alla bolla, malattia fungina cui i peschi sono molto soggetti.
I frutti dalla polpa acidula e consistente maturano in settembre, oltre che mangiarli appena raccolti, li ho utilizzati gli scorsi anni per arricchire la marmellata di mosto che si ottiene facendo bollire a lungo il mosto dell’uva appena raccolta con tutta la frutta disponibile in quel periodo: mele, mele cotogne, pere, fichi ed appunto queste pesche tardive e dalla polpa consistente.
Possono succedere tante cose prima della raccolta a settembre, una primavera troppo piovosa o un’estate troppo calda e secca possono compromettere il raccolto, possiamo solo sperare che dal bellissimo fiore arrivi a maturazione il saporitissimo frutto.
