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antichissimi profumi

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Vulci, Necropoli dell’Osteria, balsamari (610-600 a. C). Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma

Nelle tombe etrusche, accanto alle sepolture di personaggi femminili di nobili origini sono stati trovati fra i vari utensili e gioielli moltissimi portaprofumi di diverse fatture. Nella foto un singolare balsamario a forma di rondine di origine greco-orientale ed uno che rappresenta una figura femminile inginocchiata. I balsamari avevano diverse origini: Siria, Egitto, Grecia.

Altri vasetti che contenevano oli profumati sono di fattura ricercata come quelli di pietra nera ricoperti di lamine d’oro.

Cere, Tomba dei Dolii, vasetti per oli profumati, 630 a. C. Museo Nazionale di Villa Giulia, Roma.

I ricercatori sono recentemente riusciti a riprodurre a qualcosa di simile al prodotto originale analizzando i residui trovati nei balsamari risalenti a più di 2600 anni fa. Secondo le analisi questi contenevano grassi animali derivati dal latte, oli vegetali profumati, resine di conifere e cera d’api.

La parola balsamo deriva dall’ ebraico baal-sa-mum (il principe degli oli) che secondo un’antica tradizione fu il dono portato dalla regina di Saba a re Salomone.


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