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villa Giulia

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Villa Giulia, nel quartiere pinciano a Roma è una bellissima villa rinascimentale fatta costruire dal papa Giulio III fra il 1551 e il 1555. Era una villa suburbana fuori delle mura, circondata da un vasto possedimento che si estendeva dalla Porta del Popolo a Ponte Milvio e dai Monti Parioli al Tevere, in quella che allora era aperta campagna.

Alla realizzazione della villa parteciparono i più grandi artisti dell’epoca: Iacopo Barozzi detto il Vignola, Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammannati e lo stesso Michelangelo.

Il primo cortile interno ha un grande emiciclo il cui portico è affrescato con l’imitazione di un pergolato ricco di grappoli d’uva, a sottolineare che la villa era fuori porta, una villa rustica, in cui godere della bellezza della campagna ma anche la raffinatezza dell’otium.

Il cortile è racchiuso da pareti ricche di stucchi e sul fondo da una elegante loggia, opera dell’Ammannati. La loggia dà accesso a un ninfeo con logge su tre piani e fontane.

La villa, dopo la morte del papa, versò in stato di abbandono per centinaia di anni, fino a che divenne proprietà del Governo italiano che nel 1889 la assegnò come sede al museo etrusco appena istituito. Il Museo Nazionale Etrusco raccoglie le più importanti testimonianze delle civiltà fiorite fra l’età del bronzo e l’epoca romana nel Lazio, Umbria e Toscana meridionale.

Di grandissimo interesse sono i ritrovamenti dell’area di Vulci, Bisenzio, Cerveteri e Pyrgi, l’attuale Santa Severa. Pyrgi era un importante porto frequentato da marinai greci, fenici, cartaginesi, una popolazione cosmopolita di cui sono testimonianza le lamine d’oro del V secolo a. C. con iscrizioni in etrusco e punico.

Le lamine hanno contribuito a interpretare la lingua etrusca e ci hanno fornito prove del sincretismo praticato dai marinai e commercianti, nelle lamine infatti la dea punica Astarte viene identificata con la dea Uni etrusca.

Sempre da questo porto viene il bellissimo e impressionante frontone di tempio raffigurante episodi del ciclo tebano con Zeus che fulmina Capaneo e la cruenta lotta fra Tideo e Melanippo che ispirò a Dante l’episodio del conte Ugolino.

Uno dei capolavoripiù famosi del museo è il sarcofago degli sposi in terracotta, ritrovato a Cere. La coppia sta semisdraiata come fosse ad un banchetto, il braccio di lui cinge affettuosamente le spalle della compagna ed entrambi sorridono.

Famosa e possente è la Statua di Apollo di Vulca del VI secolo a. C.

Molto interessante è la collezione di oggetti di uso quotidiano ritrovati nelle tombe e qui deposti come corredo funebre: alari, graticole, candelabri, balsamari, oltre alle armi, agli scudi e a frammenti di bighe. Splendidi sono le anfore e i crateri a figure nere importati dalla Grecia.

Idria attica 520-500 a.C.

Oltre al ricchissimo patrimonio di rinvenimenti delle zone citate fino ad aprile il museo ospita una mostra sul porto etrusco di Spina, sull’Adriatico. Si possono avere informazioni su questo sito.


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