
Una frittata da fare in questo periodo sfruttando le erbe selvatiche. In questo caso ho usato i giovani germogli della vitalba (Clematis vitalba), come faceva mia nonna, perché in campagna si sfruttava tutto quello che offiva la natura per avere pietanze insolite e saporite.
La vitalba è una pianta rampicante, una delle poche liane della nostra flora che cresce spontanea e che spesso diventa infestante. Come altre ranuncolacee contiene alcaloidi, quindi non se ne possono mangiare grandi quantità, ma i germogli ne contengono in minima parte e una manciata nella frittata le dà uno stuzzicante sapore amarognolo.

Raccogliere quindi pochi getti di vitalba non andando oltre 3 coppie di internodi sottostanti, farli scottare in acqua bollente per 1-2 minuti, triturarli e aggiungerli alle uova sbattute, salare e cuocere come una normale frittata. Ci si può aggiungere un poco di parmigiano o, come ho fatto io, qualche fogliolina di timo.
