
Dolce, colorata, immancabile in cucina, la carota è consumata dal genere umano da millenni, da quando non era ancora il lungo fittone carnoso e color arancio che conosciamo, ma era piccola e biancastra o violacea, più fibrosa e meno dolce di quella attuale. Nondimeno Apicio, il famoso gourmet dell’antica Roma, ce ne lascia più di una ricetta:
“Fritte si servono con oenogarum, o anche si servono con olio puro e aceto. Le carote lesse invece si fanno insaporire in un cuminato ed un po’ d’olio. Come cuminato si fa quello che si usa per i molluschi: pepe, levistico, prezzemolo, menta secca, foglie di nardo, malobatro, cumino, miele, aceto, liquamen“. (Marco Gavio Apicio, De re coquinaria, I, XV, 1).
Per chi volesse provare le ricette l’oenogarum è una salsa che si ottiene facendo soffriggere un trito di sedano e prezzemolo con olio, si aggiunge poco vino rosso e una punta di zucchero, quando bolle si aggiunge poco amido e si fa legare per pochi minuti. Per la ricetta del cuminato il levistico lo possiamo sostituire con il sedano, il nardo e il malobatro non esistono più, il liquamen si sostituisce con acciughe stemperate in olio d’oliva.
La carota è la discendente grossa e carnosa di una pianta selvatica molto diffusa negli incolti che tutti conosciamo per la bella infiorescenza bianca a ombrello.

Grazie all’elevato contenuto di vitamine e minerali è un ortaggio ricchissimo di sostanze utili all’organismo, soprattutto di beta carotene che aumenta le difese dell’organismo e contribuisce a prevenire l’invecchiamento della pelle. Cotta regolarizza le funzioni intestinali ed ha un’azione lenitiva sull’apparato digerente.
Per le sue qualità è presente nella nostra alimentazione fin dallo svezzamento, dal primo brodo vegetale, al primo purè, alla carota cruda da sgranocchiare mentre si aspetta che sia pronto il pranzo. Poi è presente in tantissime ricette quotidiane, dal battuto per il sugo o per l’arrosto, al minestrone, al pinzimonio e all’insalata cui dà un tocco di colore, alla giardiniera sottaceto, ai dolci. Ovviamente si possono poi mangiare come contorno, io le cuocio in padella con uno spicchio di aglio e abbondante cumino, l’unica spezia che ho salvato dall’elaborato cuminato.
Ma perchè la carota da bianca e violacea si tinse di arancione? Sembra che furono gli olandesi nel XVII secolo i primi ad ottenere con particolari incroci il colore arancione in onore della dinastia regnante degli Orange.