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le felci: piante preistoriche

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Tra le felci delle grotte

Soffia il vento autunnale

(Minamoto No Toshiyori)

3-400 milioni di anni fa non esistevano le Angiosperme, le piante che per riprodursi fanno fiori e frutti, né le Gimnosperme, piante come le conifere con ovuli e semi nudi. Le fitte e estese foreste erano composte da Pteridofite, la categoria di piante cui appartengono le felci, vere e proprie piante preistoriche giunte fino a noi. Erano piante che già possedevano un fusto, radici e foglie e un complesso sistema di riproduzione.

Nelle foreste preistoriche molte specie di felci raggiungevano altezze considerevoli e un aspetto arboreo grazie al fatto che avevano cominciato a differenziare tessuti vascolari per trasportare acqua e sostanze nutritive. Ai giorni nostri le felci arboree crescono solo in climi tropicali o in giardini botanici dove vengono garantite temperatura costante e umidità.

Alle nostre latitudini sono molto diffuse e spontanee in luoghi umidi e ombreggiati solo specie il cui fusto cresce orizzontalmente o addirittura sottoterra, per questo, spesso l’unica parte della pianta ad essere visibile sono le foglie.

Sulla pagina inferiore delle foglie si possono notare piccoli circoli scuri chiamari sori che contengono gli sporangi, piccole cavità al cui interno si formano le spore (dal greco seme). Queste vengono rilasciate sul terreno e se trovano condizioni favorevoli germinano.

Piante primitive sì, ma che sono riuscite ad arrivare fino a noi attraverso centinaia di milioni di anni ed ancora vivono appartate ma bellissime nei nostri boschi e nei luoghi ombrosi.


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