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Roma e le palme

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Roma è una città in cui le palme crescono bene complice il clima mite, sono alberi belli e decorativi e furono apprezzati fin dall’antichità, al tempo dei primi imperatori, quando gli eserciti portarono dai territori conquistati i dolci datteri che diventarono una ghiottoneria.

L’unica palma che cresce spontanea nel nostro territorio è la palma nana, la Chamaerops humilis, tipica della macchia mediterranea delle nostre coste, molto diffusa a Roma in ville e giardini.

È usata anche  nelle aiole, come a Largo Magnanapoli dove un boschetto di queste palme decora i resti delle Mura Serviane e fa da sparttraffico all’incrocio fra le trafficatissime via Nazionale, via 24 Maggio e via 4 Novembre.

La grande diffusione delle palme a Roma si deve ai Savoia che oltre a far piantare nei viali della nuova capitale centinaia di platani, vollero anche questi alberi slanciati ed eleganti, che sono diventati insieme ai pini parte integrante del paesaggio della città.

Ne sono un esempio le due palme gemelle dallo stipite lungo e sottile che svettano sullo sfondo de Foro Romano.

Sono due Washintonie, dette palme del deserto, originarie della California. Questi esemplari sono ultracentenari e si trovano nel cortile del Comando generale del Corpo di Polizia Municipale accanto all’area archeologica del Foro Romano.

L’epidemia di punteruolo rosso ha decimato moltissime palme, per fortuna solo della specie Phoenix canariensis che è però la più diffusa nelle nostre città perché è la più resistente al freddo. Così se moltissimi sono i tristi monconi delle palme delle canarie colpite da questo parassita, altre specie continuano a vegetare nelle ville romane, negli spazi di verde pubblico e privato.

Villa Borghese

Villa Torlonia


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