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un’oasi in mezzo al traffico

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Oggi è il giorno di Santa Bibiana, secondo il proverbio il tempo che farà oggi durerà per “40 giorni e una settimana”. Uno dei tanti proverbi metereologici che abbiamo ereditato dal nostro passato contadino, non tutti in realtà particolarmente attendibili.

La chiesetta paleocristiana di Santa Bibiana nel rione Esquilino di Roma  è una minuscola oasi nel caos cittadino, incastrata fra la trafficata via Giolitti e l’altrettanto trafficato sottopassaggio della ferrovia, fra pali della corrente elettrica e rotaie del tram.

La piccola chiesa risale al secolo IV–V e porta il nome di una giovanissima martire cristiana Bibiana o Viviana vissuta secondo la leggenda nel IV secolo e fatta uccidere sotto l’imperatore Giuliano, insieme alla sorella e alla madre.

All’interno della chiesa in un sarcofago di alabastro si conserverebbero i resti delle tre martiri, così come la colonna a cui sarebbe stata legata per subire il martirio.

La facciata della chiesa fu trasformata in forme barocche nel 1661 da Gian Lorenzo Bernini, all’inizio della sua carriera come architetto. Sempre del Bernini sono, all’interno della chiesa, l’abside, le due cappelle laterali, l’altare maggiore e la statua della santa.


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