Camminando per le nostre montagne si incontrano a volte ruderi di paesi abbandonati invasi dalla vegetazione che conservano un certo fascino e lasciano solo immaginare la vita che vi si svolgeva.

Rovine di Castel Foiano
Furono spesso costruiti in luoghi elevati o comunque inaccessibili per sfuggire a invasioni nemiche. Dopo centinaia di anni in cui innumerevoli generazioni si sono succedute furono abbandonati per cause varie, per pestilenze, incendi o semplicemente perchè la vita era eccessivamente dura a quelle quote.
Un luogo misterioso e suggestivo è Castel Foiano presso Calcata nel viterbese. È collocato su uno stretto sperone di tufo fra due fossi scavati da torrenti, come spesso facevano gli Etruschi. Le pareti scoscese dei due lati lunghi lo rendono facilmente difendibile con fortificazioni solo lungo i lati più corti. Fu abitato in epoca preromana e poi di nuovo nel Medioevo, quando le invasioni barbariche minacciavano Roma. Quando le minacce si fecero meno concrete fu abbandonato perché lontano dalle grandi vie di comunicazione.
Altri paesi furono fondati per motivi strategici di controllo del territorio sottostante. È il caso della Città del Sole sul pianoro del Sasso Simone nel Montefeltro. Al termine di una bella escursione si scoprono i resti di quello che fu un esperimento di fondazione di una città ideale: nel 1566 Cosimo I de’ Medici pose le prime pietre della città, che fu costruita secondo i principi della filosofia neoplatonica e doveva rappresentrea l’ordine e la ragione.
Il progetto prevedeva l’insediamento di una guarnigione militare e di civili. L’esperimento fallì soprattutto a causa di un inverno molto rigido che rese difficoltosa la vita a quella quota. Rimangono pochi resti di pietre a testimonianza di questo antico tentativo umano.
Sui Monti Lucretili a circa 30 chilometri da Roma si possono raggiungere con una breve passeggiata le rovine di Montefalco, a quasi 900 m di altezza. Di probabili origine romana, fu abitato fino al XV secolo quando la popolazione si spostò più in basso. Ora è pascolo per i cavalli, ma sono ancora visibili le cinte murarie ed i ruderi di alcuni edifici.
Camerata vecchia è un altro paese abbandonato nel Parco Regionale dei Monti Simbruini, nel Lazio al confine con l’Abruzzo. Fu abbandonato nel 1859 in seguito a un incendio e ricostruito più a valle con il nome di Camerata nuova, paese accogliente, punto di partenza degli escursionisti e speleologi laziali. Sugli altopiani carsici che si trovano a monte furono girati molti film western italiani, il più famoso “Lo chiamavano Trinità”. Oggi le rovine del vecchio centro sono state liberate dalla vegetazione e percorse da sentieri ben tenuti. La visita è molto suggestiva, le costruzioni di pietra si addossano alla roccia e il grande arco della chiesa crollata è visibile a distanza.
Infine uno dei tanti paesi forzatamente abbandonati dai suoi abitanti perché finiti in fondo a un lago di sbarramento, sacrificati alla fame di energia elettrica. Ci troviamo al passo di Resia, al confine fra Italia, Svissera e Austria, presso le sorgenti dell’Adige.
Del vecchio paese ormai spunta solo il campanile.
Innumerevoli sono i paesi abbandonati e diventano mete suggestive di belle camminate in montagna.
