Gli alberi sono i più grandi esseri viventi esistenti sulla Terra, alcuni sono anche i più longevi, arrivando a vivere migliaia di anni.
Con il loro apparato radicale che li àncora saldamente al suolo scendendo spesso a profondità considerevoli e la loro corteccia che li protegge e offre un rivestimento solido riescono a elevarsi da terra per decine di metri. Per questa loro caratteristica sono sempre stati venerati dagli esseri umani fin dall’antichità, erano consacrati ad una divinità e spesso sotto la protezione della loro chioma si svolgevano i riti sacri.
Per i Greci la quercia, simbolo di forza e di longevità, era sacra a Zeus. Anche i Romani, i Celti e gli Slavi l’associavano al dio supremo del loro Pantheon.
Fra le tante specie di querce i lecci sono tipici della regione mediterranea, sono alberi sempreverdi, a crescita lenta, spesso tagliati perché forniscono un ottimo legname e per far posto al pascolo, ma dove qualche esemplare è riuscito a sopravvivere alla scure e al fuoco può raggiungere dimensioni veramente considerevoli ed un’età pluricentenaria.
Le querce da sughero ancora sono allevate per la loro corteccia, che viene loro tolta ogni sette anni. Nonostante questo le renda più esposte alle malattie si incontrano ancora esemplari imponenti.
Le faggete dei nostri monti ci regalano scorci di bellezza e maestosità, anche se l’uomo ha abbattuto o bruciato fin dai primi millenni della pastorizia i fittissimi boschi esistenti sulle nostre montagne per avere pascoli per il bestiame.
I faggi che si incontrano ai giorni nostri sono spesso grandi individui isolati, ma a volte si riesce a trovare un bosco abbastanza fitto, con esemplari secolari ed è piacevole camminare, anche se la salita si fa ripida, con la frescura ed il profumo della terra ricca di humus. Bosco che cambia colore con le stagioni, bianco sotto la neve in inverno, marrone chiaro in primavera, quando le foglie sono ancora avvolte nelle brattee che le riparano da improvvisi ritorni di gelo, ma il sottobosco ospita i primi fiori che sbocciano dopo lo sciolsersi della neve, verde brillante in estate, dorato in autunno.
Questo enorme esemplare delle foreste molisane, soprannominato a buona ragione “Re Faione,” raggiunge i 25 m di altezza ed ha un diametro di 6,40 m, si stima abbia più di 500 anni ed è stato incluso nella lista degli alberi monumentali d’Italia.
I castagneti secolari sono quello che resta delle antiche coltivazioni che hanno sfamato generazioni e generazioni di gente di montagna che poteva contare sul calorico frutto per tutto l’inverno.
Nonostante l’abbandono delle nostre montagne rimangono ancora esemplari giganteschi che portano il fascino dei secoli sulla loro corteccia contorta.
L’olivo è un altro albero legato alla storia dell’uomo, coltivato da millenni. Ancora si incontrano nelle nostre campagne esemplari secolari, nonostante le malattie, l’incuria e il furto di grandi esemplari per lo stupido desiderio di sfoggiarlo nella propria seconda casa.
In città alberi storici sfidano i secoli come i cipressi di Michelangelo che l’artista piantò nel chiostro dell’ex Convento dei Certosini, all’ingresso del Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano (Piazza dei Cinquecento). È sorretto da un’impalcatura di ferro dopo che fu colpito da un fulmine, ma è ancora vitale.
Giganteschi sono anche alcuni alberi delle ville storiche di Roma, come questo cedro
o i romanissimi pini a ombrello.
Alcuni giganti hanno invaso con le loro radici antiche città abbandonate dall’uomo, come questo che cresce sulle rovine di Castel Foiano, presso Calcata (Vt).
I grandi olmi pare stiano scomparendo a causa della grafiosi, la malattia trasmessa da un insetto del legno, che impedisce a questi alberi maestosi di superare una certa altezza, ma questo vecchio e imponente esemplare ancora riesce a emettere nuove foglie in primavera.
Un solo esemplare di questi giganti è un microcosmo in cui vivono innumerevoli specie diverse di vertebrati ed invertebrati, alcune delle quali compiono l’intero ciclo vitale sull’albero. Anche un gigante ormai morto ospita sul suo tronco ancora per decenni una enorme varietà di specie viventi sia animali che vegetali.
