Roma è una città ricchissima di statue, scolpite in un arco di tempo che abbraccia più di due millenni, ma la particolarità di alcune sue statue è unica: parlano!
La più famosa è Pasquino che in realtà rappresenta Menelao che sorregge il corpo di Patroclo, un gruppo statuario molto danneggiato che faceva parte dello stadio di Diocleziano. Fu ritrovata nel 1501 a via della Cuccagna accanto a piazza Navona durante i lavori di ripavimentazione della celebre piazza e fu sistemata in quella che allora si chiamava piazza del Parione oggi ha cambiato nome e grazie alla popolarità della statua si chiama piazza Pasquino.
Forse il popolo lo chiamò così dal nome di un sarto dell’epoca dalla lingua particolarmente tagliente contro le ingiustizie commesse dai potenti e sul piedistallo si affiggevano cartelli con epigrammi latini soprattutto di carattere satirico che furono detti “pasquinate”.
La satira prendeva di mira soprattutto i potenti, cioè i pontefici e gli alti prelati, che cominciarono a temere seriamente le “pasquinate” tanto da ipotizzare di gettare nel Tevere la statua. Non se ne fece niente perché qualcuno fece osservare che non si sarebbe così posto fine al malcontento ed al bisogno di satira, ma lo si sarebbe solo accresciuto.
Pasquino cominciò presto a dialogare con una seconda statua parlante, quella del dio Oceano rinvenuta nel foro, a quel tempo collocata a piazza Venezia, a cui il popolo diede il nome di Marforio. Attualmente si trova nel cortile del Palazzo Nuovo sede del Museo Capitolino, nella Piazza del Campidoglio.
Si aggiunsero in seguito altre statue parlanti per mezzo delle quali gli ignoti autori spesso dialogavano fra loro mettendo alla berlina questo o quel personaggio e avvenimento.
Madama Lucrezia è un colossale busto di marmo che si trova in un angolo di piazza San Marco, accanto alla più celebre piazza Venezia. Si tratta probabilmente della statua della dea Iside o di una sua sacerdotessa, rinvenuta e qui collocata intorno al 1500, ma i romani la ritennero il ritratto di Lucrezia d’Alagno, la bellissima amante del re Alfonso d’Aragona, amica di molti uomini potenti della sua epoca.
Altre statue parlanti sono il Babuino a via del Babuino sulla fontana omonima, che in realtà rappresenta un fauno, il facchino a palazzo De Carolis Simonetti. l’abate Luigi a largo Vidoni.
Le “pasquinate” hanno resistito al passare dei secoli, i loro autori hanno sfidato anche condanne severe: nel 1727 il papa Benedetto XIII arrivò a minacciare la morte per chi avesse scritto o diffuso “pasquinate”. Anche nel periodo fascista c’è sempre stato qualcuno disposto a rischiare a volte anche la vita per mettere alla berlina il potente di turno.
Le pasquinate continuano anche ai tempi nostri, oggi ne fa le spese Renzi e il suo governo.
