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le donne e le antiche civiltà comunitarie

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“È  luogo comune definire “primitive” e “arretrate” le comunità umane che tentavano scelte storiche diverse da quelle poi vincenti per la loro superiore “efficenza” (l’efficenza dei conquistadores che annientano le società amerindie grazie alle armi da fuoco, o di un gruppo di terroristi che s’impone a una folla di pacifici cittadini).

A queste società comunitarie e pacifiche si attribuisce un’incapacità di ordine sociale e di creatività tecnica che le ricerche storiche più attuali contestano. (…)

In Europa, prima che dall’oriente venissero importati i modelli di stati militari-sacerdotali-schiavistici maturati nei fitti agglomerati umani lungo i grandi fiumi come il Nilo o il Tigri-Eufrate, vi era una civiltà, chiamata danubiana dagli archeologi, che si estendeva dall’Ucraina alla Spagna, e da noi, scendendo lungo l’Appennino, può essere denominata appenninica o sibillina, la quale era priva d’istituzione militare.

Nelle comunità della civiltà appenninica, la sibilla era quella che ne sapeva più di tutti sulle tecniche agricole, l’allevamento e l’artigianato, e anche sulla scelta dei prodotti naturali del territorio, dal legno alle argille, dalle pelli alle fibre, dai frutti commestibili alle erbe medicinali.

alviano 3 ottobre 15 014

 

Si dedicava alla preservazione e allo sviluppo delle conoscenze acquisite attraverso l’osservazione e la sperimentazione. Presiedeva le riunioni in cui si discutevano l’ordine dei lavori da fare e la conservazione e distribuzione delle scorte, la salvaguardia della salute dalle malattie, dalle epidemie, dai cibi sbagliati, la difesa del territorio dagli animali selvatici o da eventuali incursioni non delle comunità vicine, con le quali si trattavano sempre accordi pacifici, ma di piccoli gruppi detribalizzati; e tutti i problemi grandi e piccoli della comunità.

La comunità si fidava dell’esperienza e della saggezza della sibilla, che le aveva maturate memorizzando e coordinando i dati acquisiti da tutti, e la sua autorità non aveva bisogno, per essere riconosciuta, di scorte armate e di eserciti.”

Joyce Lussu, in Guida dei Monti Sibillini, Club Alpino Italiano.

mimosa



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