Passeggiata invernale al Gianicolo sui luoghi degli aspri combattimenti del giugno 1849 che misero fine alla Repubblica romana.
Il Gianicolo è un colle situato sulla riva destra del Tevere, fortemente legato all’origine di Roma, considerato dai romani antichi la dimora del dio Giano da cui prende il nome; fu però fuori dalle mura della città per centinaia di anni, solo sotto l’imperatore Augusto ne entrerà a far parte.
È conosciuto e frequentato dai turisti per gli splendidi panorami su Roma che vi si godono, non tutti sanno però che nel 1849 fu teatro dei sanguinosissimi scontri durante i quali i difensori della Repubblica romana combatterono strenuamente contro l’esercito francese che era accorso in difesa del papa.
Il regime asssolutista del papa-re era crollato pochi mesi prima sotto la spinta dei moti popolari che chiedevano libertà e democrazia e il pontefice si era rifugiato a Gaeta sotto la protezione dei Borboni. Un’assemblea eletta con suffragio universale proclamò la Repubblica che ebbe a capo un triumvirato formato da Mazzini, Armellini e Saffi.
Le potenze europee con governi conservatori si mobilitarono in difesa del papa, mentre in aiuto della Repubblica accorrevano a Roma giovani da tutta Italia. Il settore più esposto era il Gianicolo e la Repubblica ne affidò la difesa a Garibaldi con i suoi volontari.
Roma fu assediata dall’esercito francese in numero enormemente superiore ai volontari, nonostante ciò questi riuscirono a resistere per tutto il mese di giugno, prima di capitolare.
La chiesa di San Pietro in Montorio e l’annesso convento dei francescani si trovavavano a poche decine di metri dai combattimenti e qui fu stabilito l’ultimo quartier generale di Garibaldi e ricoverati i feriti, ma le artiglierie francesi bombardarono pesantemente il complesso monumentale che subì gravi danni. Il tempietto del Bramante che si trova all’interno del convento rimase per fortuna intatto.
Dal 1873 il convento fu concesso al regno di Spagna come sede dellAccademia Nazionale Spagnola. È possibile visitare liberamente il chiostro dell’Accademia, il tempietto del Bramante e le eventuali mostre.
Sul fianco della chiesa, in via Garibaldi, è stata posta una lapide a ricordo dell’eroica difesa, sulla lapide è inserita una palla di cannone rinvenuta nel 1995 durante lavori di restauro.
Grandissimo fu il numero dei morti e dei feriti, molti dei quali morirono per le ferite riportate a causa dell’impossibilità di essere curati efficacemente. Fra essi Goffredo Mameli, l’autore del testo del nostro inno nazionale; morì in seguito alla cancrena per una ferita riportata, aveva solo ventuno anni. Sul Gianicolo fu eretto un ossario per seppellire i martiri di quelle battaglie, alcuni giovanissimi tamburini avevano solo undici anni; vi è sepolto lo stesso Mameli.
Nei luoghi della battaglia sono stati collocati molti pannelli esplicativi che guidano alla conoscenza ed al ricordo di quei fatti che prepararono l’Unità d’Italia.
La Porta San Pancrazio fu uno dei luoghi delle sanguinose battaglie, oggi vi è collocato il Museo della Repubblica romana, istituito nel 2011 nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
È un museo molto interessante e coinvolgente, dotato di audiovisivi e strumenti multimediali, oltre che di cimeli dell’epoca. L’entrata è gratuita, per gli orari si può consultare il sito http://www.museodellarepubblicaromana.it/
