Otricoli è un grazioso paese al confine fra Umbria e Lazio, disposto su una collina che sovrasta il corso del Tevere e la via Flaminia. Il suo nome deriva da quello dell’antica Ocriculum, città preromana, sorta sullo stesso colle. Il termine ocris è greco, ma è molto simile in etrusco ed umbro e significa altura, monte. Quindi ocriculum è l’equivalente di monticello.
La città fu distrutta al tempo della guerra sociale romana, ma fu presto ricostruita sulla sponda del Tevere, diventando in breve tempo florida, grazie alla posizione sulla via Flaminia e sul fiume, che rendeva facili le comunicazioni ed i commerci con Roma, sia via terra, che con le barche.
Fu abbandonata nuovamente intorno al 600 d.C., dopo le devastazioni causate dai Longobardi e ricostruita poi sul colle, dove si trova tuttora.
Gli scavi dell”area archeologica iniziarono a partire dalla seconda metà del 1700, promossi dal papa Pio VI, mosaici e statue ritrovati si trovano oggi ai musei Vaticani.
La visita alle rovine dell’antica città è libera e costituisce una passeggiata piacevole in una bella campagna. I monumenti sono ben segnalati e descritti da pannelli. Rimangono alcuni monumenti funerari nei pressi del basolato dell’antica via Flaminia
le terme, di cui rimane in parte l’ampia sala ottagonale,
un ninfeo, resti di un teatro e di un anfiteatro, in parte costruito ed in parte scavato nella roccia.
Vicino al Tevere è l’antica chiesa di s.Vittore, restaurata ed aperta in occasione di feste e celebrazioni. Sul retro i resti di un monastero benedettino del duecento.
La zona degli scavi è a pochi chilometri dal casello autostradale di Magliano Sabina, facilmente raggiungibile da Roma. L’area è ben tenuta, con ampi prati sfalciati e fioriti e numerose panchine sotto gli alberi.