“E’ il verno, e tutti i fiori arse la brina nei prati e tutte strinò l’erbe il gelo: ma te vedo fiorir, primaverina…” Giovanni Pascoli.
È bello in pieno inverno veder fiorire le pratoline, le margheritine che riempiono i prati dei loro chiari colori, sono i primi fiori a schiudersi quando ancora il freddo si fa sentire. Il nome richiama la loro bellezza preziosa: dal latino margarita, perla, ma anche il nome del genere sottolinea la loro bellezza infatti il nome scientifico è Bellis perennis. Gli inglesi invece le chiamano daisy, forse da day’s eye, occhio del giorno, ed è proprio ai raggi del sole invernale o delle prime giornate primaverili che aprono i loro capolini.
È una pianta comunissima che ha grande resistenza al freddo e al calpestamento.
I fiori sono in realtà infiorescenze composte da numerosi piccoli fiori di due tipi diversi, quelli interni gialli a forma di tubo, quelli esterni bianco-rosati con una piccola lingua, quelli che a noi appaiono come petali, le foglie formano una rosetta schiacciata a terra.
Passando dalla poesia a qualcosa di più prosaico è possibile usare le foglie come verdura o in insalata, mescolate ad altre erbe selvatiche. Bisogna tagliare la rosetta alla base con un coltellino e lavarle bene prima di utilizzarle per togliere tutta la terra.
Si possono utilizzare anche i boccioli o i petali nelle insalate, le rallegreranno. Con i boccioli si possono fare anche delle frittelle o metterli sotto sale e poi sotto aceto come i capperi: si mettono a strati in un vaso di vetro alternandoli con strati di sale, cominciando e finendo con uno strato di sale. Dopo 2-3 gg si toglie il sale in eccesso, si mettono in un vaso di vetro senza comprimerli e si coprono con l’aceto. Si possono aggiungere semi di finocchio, aglio, peperoncino.
Fiori e foglie sono diuretici, depurativi e disintossicanti.
L’avvertenza, come per tutte le erbe spontanee mangerecce, è quella di raccoglierle solo in luoghi lontani da inquinamento, antiparassitari, escrementi animali.
