Quantcast
Channel: fiorievecchiepezze
Viewing all articles
Browse latest Browse all 1094

gli olivi di Venafro

$
0
0

Voglio parlare del sito dedicato a un albero che accompagna l’uomo fino dalla preistoria e che ha fornito illuminazione, riscaldamento, condimento per i cibi, base per gli unguenti, medicamenti, ombra e paesaggi di incomparabile bellezza. Il Parco Regionale dell’ Olivo di Venafro in provincia di Isernia è un Sito di Interesse Comunitario, che si può visitare facendo comode passeggiate attraverso gli splendidi oliveti che si estendono sulle pendici dei monti Corno e Santa Croce, primi contrafforti delle Mainarde.

Quod far comparem campano, quod triticum appulo, quod oleo venafrano?” (Quale farro potrei paragonare a quello campano, quale grano a quello pugliese, quale olio a quello venafrano?” M.Terenzio Varrone, De re rustica III, 1,2.

Venafro (10)

L’olio di Venafro era ben noto nell’antichità, è sicuramente il più citato dagli autori antichi. Per Marco Porcio Catone (II sec. a. C.) gli oliveti di Venafro rappresentano un modello ideale per questa coltura, del resto parlava con cognizione di causa perché possedeva una villa rustica nel territorio.

Plinio nel “De Oleo” afferma che a Venafro spetta il primato mondiale dell’olio grazie alla celeberrima oliva liciana. Ed ancora Orazio nelle “Odi” ritiene impareggiabile l’olio venafrano nelle salse; lo citano anche Virgilio, Strabone, Marziale e Giovenale che nelle Satire ironizza sul ricco Virrone che sul suo pesce versa olio di Venafro, mentre all’ospite serve olio lampante.

La superficie coltivata ad olivi è ancora considerevole anche se notevolmente ridotta negli ultimi decenni a causa degli abbandoni e degli incendi; si possono incontrare esemplari pluricentenari.

Venafro (29)

Vi sono coltivate varietà autoctone come l’Aurina forse da identificare con la “Licinia” dei romani.

Le rupi calcaree spesso a strapiombo ospitano numerose specie di rapaci come il lanario e la poiana;  dove finiscono gli oliveti si incontrano boschi soprattutto di roverelle.

I percorsi a piedi portano a esplorare anche resti di mura sannitiche e poi romane che formavano una triplice cerchia di fortificazioni intorno a Venafro. La caratteristica Torricella che si nota su uno sperone di roccia faceva parte di un sistema di avvistamento e controllo della pianura sottostante. Si possono vedere anche i resti di una villa romana e quelli dell’Anfiteatro e del Teatro romano.

Interessante è anche la visita alla cattedrale romanica situata alla periferia della cittadina ed all’imbocco del Parco, risale al XV secolo.

Venafro (1)

 



Viewing all articles
Browse latest Browse all 1094

Trending Articles