Chi non subisce il fascino delle coste rocciose che si levano in alte falesie verticali a picco sul mare ?
Ne siamo tutti attirati per la loro bellezza e per il brivido che ci dà affacciarci sul dirupo a guardare il mare quando è blu, calmo e profondo o quando è livido e in tempesta.
Dopo l’emozione iniziale possiamo guardare con più attenzione e notare gli esseri viventi delle scogliere: gli uccelli marini che vi nidificano e compiono voli spericolati sulla distesa del mare o le piccole piante che riescono a vivere in condizioni difficilissime affacciate sull’abisso, alla mercè degli spruzzi salmastri, dei venti impetuosi e del sole implacabile.
Sono piante adattate a condizioni limite dove altre non riuscirebbero a vivere. Riescono a germogliare in fessure della roccia dove il substrato è molto scarso e a farsi strada con le radici intaccando la stessa roccia come questo Camedrio femmina dalle esigenze parche.
Alcune hanno un potente apparato radicale che consente di ancorarsi anche su substrati incoerenti costituiti da detriti franosi, come questa Valeriana rossa.
Belle piante dei dirupi che spiccano per i colori dei loro fiori sono anche i capperi, le violacciocche rosse, le malvacee (malvone delle rupi e malvone maggiore) e le bocche di leone che fioriscono per gran parte dell’anno su suoli rocciosi calcarei.
Gli spruzzi marini salati sono un fattore limitante per la maggioranza delle specie, il finocchio marino è resistente alla salsedine e scende molto in basso vicino al mare insinuandosi nelle fessure della roccia o consolidando i detriti franosi e i ciottoli incoerenti, è una piccola pianta legnosa alla base, con fusti e foglie carnosi.
La grande insolazione e la scarsità di acqua sono altri fattori limitanti, alcune si proteggono perché hanno le foglie di dimensioni ridotte spesso rivestite di peli o cere che limitano la traspirazione oppure foglie carnose che trattengono l’acqua come le Crassulacee, ne è un esempio questa borracina rupestre (Sedum rupestre) che è tipico anche di ambienti montani rocciosi.
Alcune piante come l’Euforbia arborescente si difendono dall’eccessiva insolazione e dall’aridità perdendo le foglie in estate, in autunno con le prime piogge e le temperature più basse queste rispunteranno.
Per resistere ai forti venti di mare prevalgono le dimensioni ridotte e la forma prostrata o a cuscinetto. La palma nana è l’unica palma che viva in Italia allo stato spontaneo, ha l’aspetto di un basso cespuglio, il fusto infatti è molto corto e ricoperto dalle larghe foglie.
Fra gli alberi che vivono abbarbicati alle rocce sull’orlo del dirupo troviamo i pini d’Aleppo e i pini marittimi,
fra gli arbusti i più diffusi sono il ginepro fenicio dalle foglioline a forma di squama e il ginepro rosso dalle foglie aghiformi e pungenti e le bacche rosse.
Anche piante esotiche si sono affermate sulle nostre coste, introdotte come piante ornamentali hanno trovato condizioni di vita favorevoli e si sono diffuse spontaneamente. Molte di queste piante sono succolente, le cosiddette piante grasse, che hanno nelle loro cellule mucillagini atte a trattenere i liquidi. Le più comuni sono l’agave e il ficodindia.