Gli aceri sono alberi bellissimi ed imponenti. In Italia ve ne sono numerose specie, alcuni importati centinaia di anni fa come alberi ornamentali, come l’Acero americano, altri invece sono originari dell’Europa e crescono spontanei, ma sono anche coltivati in parchi e giardini. In passato erano usati come tutori vivi delle viti. Il fogliame viene utilizzato come foraggio per pecore e capre.
Gli aceri hanno frutti secchi, le samare, provvisti di alette che ne permettono la dispersione tramite il vento. I frutti rimangono attaccati saldamente all’albero in autunno ed hanno bisogno di un vento piuttosto forte per essere staccati, in questo modo hanno la garanzia di venir trasportati molto lontano dalla pianta madre, in modo da colonizzare nuove aree ed avere più possibilità di germinare.
Due di queste specie spontanee sono frequenti nelle nostre campagne: l’acero minore e l’acero campestre.
L’Acero minore (Acer monspessulatum) cresce bene nel bacino del Mediterraneo, fino a 500-600 m di altitudine, in regioni in cui la temperatura invernale non sia troppo bassa. E’ un bell’albero che può arrivare a 12 m di altezza. E’ facilmente distinguibile per le foglie a tre lobi e per le samare con alette parallele fra loro.
l’Acero campestre o Oppio (Acer campestre) raggiunge anche i venti metri di altezza, ha una bella chioma folta e globosa, le sue foglie hanno cinque lobi ed i fiori che sbocciano in aprile sono piccoli, di color giallo verdastro.
Le samare si distinguono perchè le alette sono poste in linea retta, formando fra loro un angolo di 180°. E’ diffuso in tutta Europa, perchè è meno esigente dell’Acero minore per le temperature.
Gli aceri formano siepi fitte che offrono un buon riparo alla fauna selvatica.
In autunno il colore delle loro foglie accende di toni caldi il bosco.
