Il corbezzolo (Arbutus unedo) si accende delle sue belle bacche rosse.
Sono presenti contemporaneamente anche i piccoli fiori bianchi a grappoli, tanto che questo bell’arbusto sempreverde divenne simbolo dell’Unità d’Italia, perchè il bianco dei fiori, il rosso dei frutti ed il verde delle foglie richiamava i colori della nostra bandiera. Io ne ho parlato più diffusamente qui.
Il corbezzolo insieme all’orso (el oso y el madroño) è il simbolo della città di Madrid, come la lupa lo è di Roma. La statua bronzea dell’orso e del corbezzolo nella piazza di Puerta del Sol, in pieno centro cittadino, è fotografatissima e rappresenta questo animale mentre ritto sulle zampe posteriori ed appoggiandosi al tronco, mangia le corbezzole, i madroños appunto. Lo stemma con l’orso e il corbezzolo è presente un po’ ovunque a Madrid.
Gli orsi erano diffusissimi un tempo nei boschi intorno alla città ed il corbezzolo era un arbusto tipico della macchia. Il simbolo araldico risale al secolo XIII e sembra derivare da una disputa fra il clero e la cittadinanza per lo sfruttamento delle terre. Il re intervenne assegnando i pascoli al clero e lo sfruttamento del legname e della selvaggina alla popolazione.
Anche in Italia la città di Ancona ha un corbezzolo sullo stemma: un braccio flesso, àngon in greco, che richiama la forma della costa, da cui il toponimo Ancona; la mano impugna un ramo di corbezzolo. La fondazione della città fu infatti siracusana e lo stemma attuale si è ispirato ad una moneta del sec IV a. C. I corbezzoli abbondavano ed abbondano ancora sul monte Cònero, tanto che il nome stesso deriva dal greco kòmaros, corbezzolo.
