Mi piace fotografare i ponti, costruzioni umane portate a termine con perizia ed ardimento, che molte volte hanno sfidato i secoli ed i millenni per arrivare fino a noi. Mi piace fermarmi a metà a guardare l’acqua che vi scorre sotto, l’acqua impetuosa e spumeggiante dei torrenti e quella a volte placida a volte limacciosa dei grandi fiumi. E poi arrivare sull’altra sponda, il passaggio ha sempre qualcosa di simbolico.
Dovendo pubblicare solo tre foto per questo post ho scelto quelle che, pur non essendo le migliori, hanno per me un più profondo significato affettivo, che me le fa ricordare a distanza di tanti anni.
Il primo è il ponte dell’Abbadia, nella Maremma al confine fra Lazio e Toscana, in un luogo solitario e lontano dalle grandi direttrici, romantico e suggestivo, come tanti luoghi in cui passò la storia per poi dirigersi altrove. Mi innamorai di questo ponte la prima volta che lo vidi e conserva nella mia memoria sempre lo stesso fascino.
È un ponte edificato probabilmente dai romani su un basamento etrusco e poi adattato nel Medioevo; nel secolo IX d.C. vi fu costruita un’abbazia benedettina fortificata per difendere il ponte dalle continue incursioni saracene. Un magnifico arco alto più di 30 metri scavalca le pareti a strapiombo scavate dal fiume Fiora. L’antica abbazia nel XIX secolo ospitò la dogana pontificia del posto di frontiera con il Granducato di Toscana. Oggi è sede del Museo Archeologico Nazionale della vicina Vulci.
La seconda foto è quella di mia figlia in tuta da viaggio, con l’aria distratta del bambino che si annoia a stare in posa. Fu scattata il 30 dicembre 1989 sul Stari Most di Mostar, costruito nel periodo ottomano che scavalca con un’ardita struttura ad arcobaleno le vorticose acque della Neretva. Pochi anni dopo quel ponte fu fatto saltare e con lui la pacifica convivenza di due etnie e religioni diverse che tanto avevo ammirato. Molte volte ho pensato a questa foto, non ci poteva essere contrasto maggiore fra la bimba sul ponte in un tranquillo pomeriggio invernale e quello che sarebbe successo da lì a poco.
La terza foto è stata in realtà scattata a Roma, la mia città, il ponte Fabricio o ponte dei Quattro Capi è uno dei più antichi di Roma, costruito nel 62 a.C. dal curatore delle strade L. Fabricius per collegare l’isola Tiberina alla riva sinistra del Tevere. Ha resistito alle piene rovinose del fiume ed al passare dei millenni, ma io non l’ho scelto per questo. Attraversando questo ponte i miei figli hanno iniziato il loro viaggio nella vita ed io ho cominciato un viaggio straordinario, quello della maternità, un viaggio che dura ancora.
