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il promontorio del Circeo

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Il Circeo dal Tempio di Giove Anxsur a Terracina

Per chi percorre la litoranea a sud di Latina o a nord di Terracina il promontorio del Circeo è sempre ben visibile e inconfondibile con il suo profilo che ha ispirato miti e leggende; delimita il Golfo Pontino da quello di Terracina.

Il Circeo è un’antica isola saldata alla terraferma nel Pleistocene dai depositi alluvionali della Pianura Pontina. Raggiunge i 541 m ed è ricoperto da una vegetazione mediterranea formata da lentisco, leccio, olivastro, alloro, quercia da sughero. Dal 1934 fu incluso nel Parco Nazionale del Circeo.

Di origine calcarea come le catene montuose dei monti Lepini, Ausoni e Aurunci alle sue spalle, di cui si può considerare un frammento, vi si aprono numerosissime grotte, la maggior parte delle quali accessibile solo dal mare. In alcune di queste grotte sono stati rinvenuti reperti fossili e utensili in pietra risalenti al Paleolotico superiore, la più interessante è la Grotta Guattari.

Nel 1939 Alessandro Guattari fece rimuovere le pietre che ostruivano l’entrata di una grotta presente nel suo terreno. All’interno rinvenne un teschio ben conservato che il paleontologo Alberto C. Blanc identificò come Homo neanderthalensis. Successivamente in strati superiori furono trovate due mandibole sempre appartenenti ai Neanderthal oltre a ossa di elefanti, rinoceronti e cervidi.

Circa 80 anni dopo, nel 2019 nella stessa grotta furono fatti ulteriori scavi e si trovarono i resti di altri 9 individui della stessa specie, la maggior parte di loro risale a un periodo compreso fra 50 mila e 68 mila anni fa. I reperti sono conservati quasi tutti al Museo Pigorini a Roma.

Gli studi recenti hanno determinato che la grotta Guattari fu invasa dal mare fino a circa 75 mila anni fa, dopo la sua emersione fu frequentata dai Neanderthal per decine di migliaia di anni, fino a che probabilmente una frana non la ostruì parzialmente.

Il promontorio fu abitato in età romana con il nome di Circeii, il nome fa riferimento alla sua forma rotonda, anche se la leggenda della maga Circe si è sovrapposta all’antico nome.

Toccammo quindi l’isola Eea, dove

dimorava una possente dea, Circe dalle chiome inanellate

(Omero, Odissea, canto X, vv 135-136)

Sulla cima del monte Circeo sono ancora visibili le possenti mura ciclopiche dell’antica acropoli romana risalente al IV-III secolo a. C. Sono formate da enormi massi levigati all’esterno per renderne difficile la scalata.

Dalla cima del monte si gode un bellissimo panorama sul golfo sottostante. I panorami spettacolari e la vegetazione mediterranea hanno reso il Circeo un luogo molto appetibile per la costruzione di ville fin dall’epoca dell’impero romano. Anche ai nostri giorni la speculazione edilizia ha sfidato i divieti imposti dall’istituzione del Parco ed ha costellato le sue pendici di ville e costruzioni.

Alle pendici nord si può oservare la Torre Paola, fatta costruire da papa Paolo III a guardia del canale costruito dai romani come emissario del lago di Sabaudia. In questo piccolo arco di costa la leggenda vuole sia approdato Ulisse.

Al largo si vedono i profili delle isole Ponziane: Ponza, Zannone, Palmarola.


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