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la ruota dei neonati abbandonati

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Sul muro esterno dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia, che dà su Borgo Santo Spirito, c’è ancora la ruota di legno in cui venivano lasciati i neonati che le madri volevano abbandonare nell’anonimato e che venivano allevati dall’ospedale.

L’Ospedale Santo Spirito in Sassia è il più antico di Roma, funzionava già all’inizio del 13° secolo, quando il papa Innocenzo III lo affidò all’ordine di Santo Spirito per curare gli infermi, assistere l’infanzia abbandonata e i poveri.

Fu però alcuni secoli dopo, all’inizio del Quattrocento, che il papa Eugenio IV volle che si dedicasse la massima parte dell’assistenza all’infanzia abbandonata per cui versò lasciti abbondanti.

Per impedire i numerosi infanticidi che si verificavano, accanto a quello che era allora l’ingresso principale venne allestita la “ruota degli esposti”, il neonato era deposto nel tamburo di legno che veniva fatto girare in modo che il piccolo si trovasse all’interno dell’ospedale, affidato a una balia costantemente in attesa dei nuovi arrivi.

Accanto alla ruota, ora protetta da una grata di ferro, una buca per le elemosine recita: “PER LI POVERI PROIETTI NELL’OSPEDALE”. Proietti, gettati, un cognome ancora oggi molto diffuso a Roma, che veniva imposto dagli ufficiali d’Anagrafe ai trovatelli.

Cognomi attribuiti ai trovatelli altrettanto diffusi come Proietti a Roma sono gli Esposito a Napoli, Innocenti e Nocentini a Firenze, dall’Ospedale degli Innocenti dove era coloocata la ruota degli esposti, Colombo e Colombini a Milano, Degli Esposti a Bologna, Trovato a Catania, Casadio e Casadei in Romagna.


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